Questo semplice dolcetto è venuto fuori da un'ondata di ricordi, e da uno slancio di sogno. L'ondata dei ricordi è quella di mio suocero; siamo andati a pranzo da loro, per la Befana, e lui, come sempre, era in vena di chiacchiere....Raccontava di sè, della sua infanzia a Prata, un paesino della provincia di Massa Marittima; si rivedeva ragazzino , in tempo di guerra, quando, per poter assaggiare un cucchiaio di polenta dolce con lo zucchero ( quella fatta con la farina di castagne ), aveva dovuto cedere un grosso pezzo di pane ad un ragazzino della sua età, e di come quel sapore gli fosse rimasto impresso per lungo tempo....
Tornata a casa, avevo voglia di prepararmi un tè oolong, che io amo in particolar modo: il T'Ieh-Kuan-Yin, o Dea Ferrea della Misericordia.
E qui incomincia il sogno verso la Boutique Damman-Frères, tempio parigino del tè ( ma che, per fortuna, vende anche per corrispondenza...)
Per tè Oolong ( o Wulong ) si intende un tè la cui fermentazione abbia subito un arresto : per dirla in parole povere, una via di mezzo fra il tè verde ed il tè nero. Alcuni di questi tè sono davvero profumati, e sono tutti adattissimi per il Gong-Fu-Cha, ovvero per essere serviti, in piccolissime tazze, da teiere grandi come arance, o anche di meno. Queste teierine, ottime quelle in terra Yixing, vengono riempite sino a metà ( di un terzo se il tè utilizzato sarà verde, e non Wulong ) dalle fragranti foglie ;una volta gettata via la prima infusione ,che scalda la teiera, lava e apre le foglie, aiuta il profumo a dispiegarsi, ne seguiranno diverse altre, tutte di una manciata di secondi; queste verranno equamente distribuite nelle tazzine con un movimento continuo dall'una all'altra in modo che tutte contengano, alla fine, la stessa quantità di tè e alla stessa concentrazione ( non voglio dilungarmi troppo, su questo argomento: magari ne parlerò in un post a parte....)
Fra gli Oolong quello che amo di più è, come dicevo, il Dea Ferrea della Misericordia, la cui fermentazione è arrestata all'incirca al 60 %; il nome, suggestivo ed evocativo, è legato alla leggenda di un uomo che, nonostante il tempio della Dea fosse in rovina, assiduamente lo curava: la Dea, benevola, gli apparve in sogno, promettendogli che gli avrebbe fatto trovare, come compenso della sua solerzia, un tesoro all'interno delle rovine: il tesoro si rivelò la piantina di questo splendido tè, su cui l'uomo fondò il proprio successo personale ed economico, allevandola, moltiplicandola, donandola e vendendola.
E' un tè dalla foglia scurissima e coriacea, che si arrende all'acqua solo dopo un lungo lavaggio, cedendo con grazia un aroma floreale, quasi di orchidea.
Inspirando con forza dal barattolo, come sempre quando mi preparo il tè, ho notato quanto quell'aroma si potesse ben sposare con le castagne, memore anche della polentina dolce di cui mio suocero aveva tanto decantato le lodi: inoltre ho ricordato come, sul sito di damman Frères, di cui ho già parlato qui a proposito del tè Goute Russe , avessi adocchiato, fra le varie miscele,anche un oolong con le castagne....Ora sapevo cosa accompagnare al mio tè!
1 tazza di farina di castagne ben setacciata
2 tazze di acqua
un bel pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero
miele di castagno
un cucchiaio di aghi di rosmarino sminuzzati
Ho messo a bollire acqua e sale: una volta giunta a bollore, ho versato a pioggia la farina, mescolando con forza, ed ho fatto cuocere a fuoco vivace, sempre mescolando bene e spesso, la polentina per una quarantina di minuti. Poi l'ho versata in singole coppette.
In un pentolino antiaderente ho scaldato 2 cucchiai di miele di castagno. Ho spento subito ed ho aggiunto il rosmarino. Ho fatto riposare un poco, poi ho versato con un cucchiaio il miele ancora fluido sulla polentina, che stava rapprendendosi....
E le sferette della foto? Si tratta di un ingrediente un po' speciale: potete non metterle, o sostituirle con ingredienti che dirò di seguito; ma se vi capita di averle, o di comprarle....si sposano col resto in maniera perfetta!
Si tratta di palline di miglio, da cuocere per una trentina di minuti in acqua bollente, da scolare , fermando poi, magari, la cottura con un getto di acqua fredda,e da aggiungere poi a latte, yogurth, polpette, minestre....là dove la fantasia vi suggerisce. Costano poco più di un euro, hanno la consistenza morbida ma tenace di un cous cous a grana grossa, ed il sapore pieno e leggermente salato del miglio...e sappiamo quanto il sale esalti profumo e dolcezza nelle castagne, tanto che viene sempre aggiunto in quantità nelle preparazioni che le vedono protagoniste, anche se dolci!
Tornata a casa, avevo voglia di prepararmi un tè oolong, che io amo in particolar modo: il T'Ieh-Kuan-Yin, o Dea Ferrea della Misericordia.
E qui incomincia il sogno verso la Boutique Damman-Frères, tempio parigino del tè ( ma che, per fortuna, vende anche per corrispondenza...)
Per tè Oolong ( o Wulong ) si intende un tè la cui fermentazione abbia subito un arresto : per dirla in parole povere, una via di mezzo fra il tè verde ed il tè nero. Alcuni di questi tè sono davvero profumati, e sono tutti adattissimi per il Gong-Fu-Cha, ovvero per essere serviti, in piccolissime tazze, da teiere grandi come arance, o anche di meno. Queste teierine, ottime quelle in terra Yixing, vengono riempite sino a metà ( di un terzo se il tè utilizzato sarà verde, e non Wulong ) dalle fragranti foglie ;una volta gettata via la prima infusione ,che scalda la teiera, lava e apre le foglie, aiuta il profumo a dispiegarsi, ne seguiranno diverse altre, tutte di una manciata di secondi; queste verranno equamente distribuite nelle tazzine con un movimento continuo dall'una all'altra in modo che tutte contengano, alla fine, la stessa quantità di tè e alla stessa concentrazione ( non voglio dilungarmi troppo, su questo argomento: magari ne parlerò in un post a parte....)
Fra gli Oolong quello che amo di più è, come dicevo, il Dea Ferrea della Misericordia, la cui fermentazione è arrestata all'incirca al 60 %; il nome, suggestivo ed evocativo, è legato alla leggenda di un uomo che, nonostante il tempio della Dea fosse in rovina, assiduamente lo curava: la Dea, benevola, gli apparve in sogno, promettendogli che gli avrebbe fatto trovare, come compenso della sua solerzia, un tesoro all'interno delle rovine: il tesoro si rivelò la piantina di questo splendido tè, su cui l'uomo fondò il proprio successo personale ed economico, allevandola, moltiplicandola, donandola e vendendola.
E' un tè dalla foglia scurissima e coriacea, che si arrende all'acqua solo dopo un lungo lavaggio, cedendo con grazia un aroma floreale, quasi di orchidea.
Inspirando con forza dal barattolo, come sempre quando mi preparo il tè, ho notato quanto quell'aroma si potesse ben sposare con le castagne, memore anche della polentina dolce di cui mio suocero aveva tanto decantato le lodi: inoltre ho ricordato come, sul sito di damman Frères, di cui ho già parlato qui a proposito del tè Goute Russe , avessi adocchiato, fra le varie miscele,anche un oolong con le castagne....Ora sapevo cosa accompagnare al mio tè!
1 tazza di farina di castagne ben setacciata
2 tazze di acqua
un bel pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero
miele di castagno
un cucchiaio di aghi di rosmarino sminuzzati
Ho messo a bollire acqua e sale: una volta giunta a bollore, ho versato a pioggia la farina, mescolando con forza, ed ho fatto cuocere a fuoco vivace, sempre mescolando bene e spesso, la polentina per una quarantina di minuti. Poi l'ho versata in singole coppette.
In un pentolino antiaderente ho scaldato 2 cucchiai di miele di castagno. Ho spento subito ed ho aggiunto il rosmarino. Ho fatto riposare un poco, poi ho versato con un cucchiaio il miele ancora fluido sulla polentina, che stava rapprendendosi....
E le sferette della foto? Si tratta di un ingrediente un po' speciale: potete non metterle, o sostituirle con ingredienti che dirò di seguito; ma se vi capita di averle, o di comprarle....si sposano col resto in maniera perfetta!
Si tratta di palline di miglio, da cuocere per una trentina di minuti in acqua bollente, da scolare , fermando poi, magari, la cottura con un getto di acqua fredda,e da aggiungere poi a latte, yogurth, polpette, minestre....là dove la fantasia vi suggerisce. Costano poco più di un euro, hanno la consistenza morbida ma tenace di un cous cous a grana grossa, ed il sapore pieno e leggermente salato del miglio...e sappiamo quanto il sale esalti profumo e dolcezza nelle castagne, tanto che viene sempre aggiunto in quantità nelle preparazioni che le vedono protagoniste, anche se dolci!
In alternativa potrete usare chicchi di farro , o di grano, lessati in acqua salata....
La confezione....
...da crude.....
...da cotte...
Vi auguro ,per l'anno nuovo ,di poter trovare, magari anche tra le rovine, un tesoro che vi arricchisca e vi renda felici!
14 commenti:
Anche i nostri nonni ci parlavano della polenta con lo zucchero, ma abbimao sempre assaggiato solo quella bianca (divina). Ora tu ci proproni quella di castagne...come non provare!!!
per le palline..però credo che dovremmo farne a meno!!
un bacione
no ma che figata... anche le palline di miglio mi interessano tantissmo: le cercherò! grazie per essere passata dal mio blog: tornerò a trovarti :D
Che originale questa preparazione!
bacioni
i tuoi post mia cara stanno diventando sempre più un approfondimento di temi, grazie allora per l'impegno della ricerca e dello scrivere di cui beneficiamo noi fruitori passivi:)
l'oolong,(l'ho celebratoin un post) è in assoluto il preferito anche per me, hai visto a volte lo associano per eccellenza allo champagne, lo champagne dei tè! l'ho scoperto tanti anni fa ai tempi dei miei innamoramenti consapevoli verso i veri tè (veri tu lo sai in che senso intendo) così ho abbandonato i tè da richiami per le allodole, i forzatamente aromatici - che pure, prima tenevo in gran conto!- e mi sono orientata verso altre provenienze, il te bianco imperiale, i tea verdi ed altri ancora ma su tutti ha da subito nel mio gusto primeggiato l'oolong il semifermentato. Ed anch'io sfrutto le deliziose foglioline per successivi tè sempre fragranti e profumati anzi mi piace un sacco di valorizzare tutto così, il secondo e terzo tè sono ancora buonissimi!
la farina dolce, una scoperta per me dalla terra toscana che mi ospita (beh da tanto!) bella idea la tua, da provare!
infine per le pallottoline di miglio mi incuriosici anche se l'aspetto, diciamolo è da ciappi, però per noi che amiamo i cani fa lo stesso!
particolare...da tenere in considerazione!!!
@ Manu e Silvia La crema di farina di castagne è davvero un alimento "rincuorante", specialmente in queste giornate! Se non avete le palline di miglio, non ha importanza! Io le utilizzate perchè le avevo in casa, ed ero curiosa di fare un po' di pasticci...Comunque un elemento "consistente" credo che in questa ricetta ci stia bene: provate, se volete, con farro, o miglio, o riso cotti in acqua e sale! Baci :-D
@ Salsadisapa Non conoscevo il tuo blog, e ne sono rimasta molto colpita: curiosando,poi, l'idea del baccalà accostato alla liquirizia mi ha completamente soggiogata, e mi sono precipitata a metterti tra i preferiti! Complimenti...Buona giornata! :-)
@ Simo Bacioni anche a te: è un dolcetto originale, ma ha anche radici profonde nella nostra cucina toscana! Ti abbraccio :-)
@ Papavero di Campo Mi immaginavo che anche tu fossi una cultrice degli Oolong: mi sembra di aver intravisto, in una delle tue belle foto, una busta di Oriental Beauty de La Via del Tè...ti tratti bene.... bravissima!!! :-) Le palline di miglio sono proprio bruttine, hai ragione ( anche se le foto le fanno apparire molto più grandi che in realtà: sono, come ho detto, una specie di cous cous un po' più grossolano...). Comunque, come sai, sono sempre curiosa di provare ed assaggiare ( uno di questi giorni asploderò, nel corso di una delle mie prove culinarie! :-O ), e questo ingrediente mi ha davvero attirato, viste anche le proprietà benefiche del miglio! Baci :-)
La polenta come dici tu il mio babbo la chiama "pattona" e mi parla spesso di quando era bambino, durante la guerra, e per lui era un dolce lussuoso... Le palline di miglio le hai prese al VV?
Sai che inizialmente mi era sembrata una zuppa?:)
Poi leggendo bene ho visto e capito quanti ricordi si celino dietro questo piattino.
Lo trovo molto originale!
ciao Romy, direi che non ci conosciamo,quindi mi presento, sono Arietta :-) arrivo al tuo blog in modo estremamente curioso, ossia leggendo negli altri blog i tuoi commenti, sempre molto accurati, pertinenti e interessanti, e trovo un blog altrettanto acculturato e fruibile! leggendo questo post ho scoperto un sacco di cose sul the e su ingredienti di cui disconosco l'esistenza, la mia cucina si nutre per lo più di piatti e sentori della tradizione :-)quindi mi piace conoscere cose nuove.
Spero di poter approfondire con te la conoscenza perchè mi hai incuriosita e finalmente mi sono determinata a scriverti!
ciao, a presto!
che bel post, l'ho letto con tanto interesse, come tutto ciò che scrivi del resto. Ti abbraccio
@ Arietta Ciao, Arietta, benvenuta! Come mia consuetudine, ti offro qualcosa, ed ho pensato ad una tazza del meraviglioso "Pomme d'Amour", un tè di Damman Frères aromatizzato alla mela caramellata, e magari una fettina di tarte tatin...spero di aver indovinato i tuoi gusti! Sono molto felice che tu sia venuta a trovarmi, perchè mi hai dato modo di scoprire il tuo blog, che è davvero uno dei più carini in cui mi sia capitato di imbattermi! Ecco che ti metto di filato, dunque, nei preferiti, nella bacheca e ovunque sia possibile restare in contatto con te! Torna a trovarmi presto...io vado subito a fare un giro sul tuo blog! Un abbraccio :-)
@ Elena Sono contentissima che il post ti sia piaciuto, e sono lusingata dalla simpatia che mi dimostri ogni volta...grazie! bacioni :-)
Romy....premietto per te!!!
il tie kuan yin è il mio oolong preferito, ne hanno uno ottimo alla Mago Merlino teahouse a Firenze (visto che sei toscana..).
Complimenti per il blog!
@ Simo Grazie mille! Bacioni :-)
@ Anonimo Hai fatto benissimo, a darmi questa indicazione: ogni segnalazione di luoghi devoti al tè mi giunge graditissima! Grazie anche per i complimenti...Buona serata!
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