martedì 23 marzo 2010

Gnocchi alla ...Romina!




Un post alla buona...

Così, tanto per dare un segnale della mia presenza : in questi giorni la mia cagnolina Totti sta poco bene, è stata operata da qualche giorno e la voglia di scrivere è davvero pochina!

...E tanto per farvi vedere che qui a casa mia mangiamo anche a pranzo e a cena, e non soltanto a colazione... :-)

Questa ricetta l'ho scovata nel bel libro di cui ho parlato qui, un libro a cui mi sono particolarmente affezionata ...e questo affetto è tangibile, evidente, nelle decine di "frittelle", di impronte e di schizzi che disseminano ormai le sue belle pagine, meno patinate, ma sicuramente più vissute!

Perchè non so voi...ma io ,quando cucino, non riesco ad avere l'aplombe di Nigella, sofisticata, sexy diva culinaria che imperversa ormai nel web, regina incontrastata, lei, coi suoi occhi vivi, con le sue morbide curve ed i capelli corvini sempre perfettamente acconciati, del jet-set mangereccio!...
E non mi ritrovo neanche in Martha, sempre impeccabile, linda e luminosa anche quando ritorna da zappar via due chili di patate dall'orto, o dopo aver lavato i suoi due bulldogues...

Io quando cucino , spesso e volentieri, mi impasticcio, mi attrigo e mi impapocchio, e, nonostante la cura con cui tengo i miei libri, a cui ho dedicato un vero altare ( uno scaffale intero del mobile di cucina ) a volte...ahimè...qualche ditatina burrosa ci scappa! Che devo farci ? Anche questo è amore!

Gli gnocchi alla romana sono ciò che di più gustoso, succulento, vellutato e burroso possa esistere sulla faccia della terra...e possono essere spacciati per un "mangiare in bianco"! Ma vi rendete conto, che bellezza? che magnifico, birbante escamotage?
Questa la ricetta salata, che poi è quella che vedete in foto... un classico intramontabile, ma che regala sempre sensazioni straordinarie al palato....

Gnocchi di semolino

600 ml di latte
175 g di semolino
sale
pepe nero macinato fresco
noce moscata grattugiata fresca
2 uova
parmigiano ( circa 90 g )
burro fuso ( che io ho sostituito per metà con burro a basso tenore di colesterolo, e per metà da olio extravergine )

Mettete a bollire il latte: quando sarà a temperatura ,spegnetelo e versate a pioggia , sempre mescolando, il semolino...Cuocete per circa cinque minuti il composto, che risulterà molto molto denso...
Trascorsi i cinque minuti, togliete la pentola dal fuoco, unite sale, pepe, il parmigiano, le uova leggermente sbattute... gradatamente, mescolando con molta cura....
Aiutandovi con un cucchiaio oliato, o con una spatola, o con la lama di un coltello, spandete il composto in una teglia ( io ho usato una di quelle rotonde da pizza, del diametro di una trentina di cm ), all'altezza di un cm circa.
Fate raffreddare bene. Una volta che il composto sarà raffreddato, tagliatelo a quadretti, che spennellerete singolarmente di burro fuso, e passerete nel parmigiano...Preparate una pirofila imburrata o, meglio, rivestita di carta forno...o come ho fatto io, delle pirofiline singole, e passate gli gnocchi in forno a 200 ° per una decina di minuti. Servite ben caldi!

Ma insomma, 'sti gnocchi alla Romina? Che sono?
Non sono che.... l'alternativa dolce a quelli tradizionali! Un dolcetto spiritoso, che richiama il gemello più noto come una piccola burla, un divertissement culinario, dotato però di una propria dignità, che gli deriva dal fatto di richiamare, negli ingredienti, nelle consistenze e nei profumi, terre lontanissime come l'India, terre meno lontane come il Marocco!

Vorrete cimentarvi in questo dolcino? Non dovrete fare altro che avere sotto mano, precisa, la ricetta originaria, sostituendo però il formaggio con altrettanto cocco grattugiato.....facendo sobbollire precedentemente nel latte, tenendovele in infusione e filtrando poi il tutto, spezie come cannella e cardamomo....aggiungendo poco o tanto zucchero al composto, dipende dai gusti personali...e spolverando infine il tutto, a passaggio nel forno ultimato, con una generosa manciata di cioccolato bianco grattugiato, a richiamare il parmigiano!



Eccoli , in versione salata, subito dopo la spennellatura col burro,e un attimo prima del passaggio in forno!





mercoledì 10 marzo 2010

Colazione viola...rotolo di Halaya Ube con violette glassate, frappé mora e violetta



E' da tempo che amoreggiamo, la "marmellata" di Ube ed io....
Ne riempio bignoline, o toast dolci, che poi cospargo di abbondante zucchero a velo ( è una delle mie colazioni preferite! )....ne faccio crostate, la frullo col latte freddo, per strepitosi "Smoothies"!
Mi affascina la sua cremosità vellutata, ma consistente...il colore di un viola assoluto, luminoso, cristallino , che non conosce tentennamenti o ripensamenti, e che mi rammenta certi inchiostri profumati, con cui mi divertivo a scrivere da bambina...
Mi attira il sapore avvolgente, polposo e lievemente farinoso, simile a quello dei marroni e delle castagne...

L'Ube ( Dioscorea Alata ) non è che l'Igname Viola, utilizzato in India, ad esempio, come verdura, o nelle Filippine ,dove in gran parte è prodotta, per dessert delicati ( come l'Halaya stessa, composta essenzialmente di latte, condensato ed evaporato, e di Ube ) ....
Prima era una vera impresa trovare il "Purple Yam", L'Halaya, appunto, per lo meno dalle mie parti...oggi è molto più facile, ed il prezzo è davvero assai contenuto.

Il rotolo? L'ho fatto poche volte, a dir la verità...ma da quando vedo che persino la mia mamma, allergica a qualsiasi operazione culinaria, si cimenta con successo in tutte le varianti di questo dolce, quando vengono le amiche per giocare a Pinnacolo, mi sono riavvicinata a questa preparazione...
Perchè dài, su...un classico è un classico...e che foodblogger si pretende d'essere, se non si sa fare il rotolo, con la benda davanti agli occhi ed una mano legata? ;-P
E poi il rotolo si presta davvero a mille variazioni su tema: è semplice, economico, dura a lungo e fa bella figura, col suo bel ricciolino colorato in mezzo che pare un punto interrogativo, a domandare " a chi la prima fetta? "

Con la ricetta di Maina, del resto, non si sbaglia..impossibile!
Maina è la vecchia vicina di casa di mamma: mi spiego meglio,...non è che sia vecchia lei, anzi ...è una signora molto carina e giovanile ( se mi leggi...ciao, Maina! ), ma è vecchio il rapporto di vicinato, dato che la mia mamma già da un po' ha cambiato casa...Ciononostante continuano a vedersi, anche perchè c'è qualcosa che le lega...indissolubilmente! Maina è infatti , da cinque anni, la nuova mamma di Dafne: e chi è Dafne? E' uno dei tre spettacolari cuccioli che Wendy, la cagnolina di mamma, ha visto bene di "sfornare" alla veneranda età di otto anni, frutto di un amore sbandato, passionale e avventuroso! L'ho fatta nascere io con le mie mani, e devo ammettere che ho proprio un debole per lei...

Ad abbellire il piatto , le violette che questi giorni di marzo mi hanno regalato, sospiro profumato dell'inverno che se ne va, sorriso della primavera che è alle porte.
Le ho preparate così....Le ho recise con gli steli, poi le ho ben risciacquate in vino bianco freddo ( avevo dello spumante brut in frigo ) per pulirle e per renderle più turgide e carnose...Poi ho sbattuto una chiara d'uovo a neve non troppo ferma. Tenendo le violette per il gambo le ho ben inzuppate nella chiara, togliendo l'eccesso con le dita, e poi le ho passate premendo delicatamente nello zucchero a velo. Le ho messe, quindi, ad asciugare davanti alla stufa: una volta pronte, bisogna recidere lo stelo nel punto più alto che si può, e le si possono conservare per diverso tempo all'asciutto.





Il frappé? Ho soltanto frullato una decina di violette con un bicchiere di latte freddissimo, un grosso cucchiaio di ricotta cremosa, un cucchiaio di confettura di more e dello zucchero, o del dolcificante ( le quantità sono a seconda dei propri gusti , tenendo conto poi della presenza della confettura....).





Ricetta del rotolo


3 uova
100 g di farina
50 g di fecola di patate
mezza bustina di lievito per dolci
1 guscio d'uovo di acqua
scorza di limone bio grattugiata, o aroma di limone
qualche cucchiaiata di liquore Strega


Lavorerete a lungo i tuorli con lo zucchero. Unirete poi l'acqua, la scorza grattugiata, la farina e la fecola.
Monterete quindi i tuorli a neve ben ferma, incorporando negli ultimi secondi il lievito setacciato. Unirete quindi le chiare al resto del composto con movimenti ampi dall'alto verso il basso, ad incorporare aria il più possibile.
Verserete quindi il composto su una placca da forno ricoperta con cura di carta forno, livellando dolcemente con l'aiuto di un coltello, o di una spatola...
La cottura avverrà nel forno a 180° circa, per una decina di minuti ( la pasta dovrà cuocere appena, e rimanere pallida...)
Rovescerete quindi la pasta su un asciughino bagnato e ben strizzato, e la arrotolerete ancora ben calda su se stessa.... stoffa e tutto!
La lascerete riposare e raffreddare prima di metterla, eventualmente in frigo, pronta da farcire..Oppure, una volta intiepidita, la srotolerete e la farcirete subito, bagnandola, se vorrete con latte, sciroppo o liquori, ma senza esagerare ( io ho spennellato dello Strega ). E per la farcitura vi preciso che mi è occorso un barattolo intero, più qualche cucchiaiata, di Halaya Ube .
Una volta spalmata la farcia, il rotolo andrà di nuovo arrotolato ( se no che rotolo è? ) , e messo in alluminio, ben compatto, a mantenere la forma : lo conserverete al fresco , se non addirittura in frigo.




giovedì 4 marzo 2010

Colazione arancio...frittelle (non fritte! ) di Batata, succo di albicocca "mantecato" allo yogurt...



L'arancione è uno dei miei colori preferiti...sa di tramonto e di frutti esperidati, mi ricorda il velluto delle albicocche, ed il maglione che la mia mamma mi fece ai ferri quando ero alle elementari, e che ho portato per anni....Stretto, infeltrito, ormai....ma aveva dentro il sole, e tutto il calore delle mani di mia madre.
L'arancio accende il mio cuore, e mi fa pensare soltanto a cose belle e nuove.

Potete immaginare, quindi, quanto sia stata affascinata da questo tubero, adocchiato nella cassetta di un negozietto di alimenti biologici.
Leggendo un piccolo dépliant, ne ho scoperte immediatamente le tante virtù: ricchissimo di antiossidanti, versatile e facile da cucinare, ma perfetto anche crudo in insalata, e coltivato ampiamente da tempo anche in Italia, nelle regioni di Puglia e Veneto.
La maggior parte delle virtù risiede nella buccia, che può essere tranquillamente consumata, una volta risciacquata, perchè sottilissima, una pellicola, direi, e perchè la Batata viene coltivata secondo metodi biologici e biodinamici.




Il sapore? Da crudo assomiglia a quello delle carote...Una volta cotta, la Batata diventa tenerissima e vellutata, ma soprattutto molto molto dolce, simile a quello della manioca, ma forse più ricco di sfumature....Eppure, anche se dolcissima, si presta anche ad essere condita con olio e sale, per amor di constrasto!
Certo che l'uso nei dolci ne fa ingrediente prezioso: anche chi soffre di diabete può trarne giovamento, perchè sostituendola a parte della farina, unendo magari del dolcificante e gli ingredienti che più ci convincono, si possono creare dolci ottimi ed originali, ad indice glicemico fortemente ridotto...


Insomma...piena di curiosità, ho voluto subito fare un esperimento, ben riuscito, devo dire....E l'ho fatto con:

350 g di batata lessata ( io l'ho cotta nel cestello ,in pentola a pressione: regolatevi a seconda che la lessiate intera o a grandi pezzi, e ricordando che cuoce in minor tempo rispetto alle normali patate )
1 cucchiaino di polvere d'arancia
1 cucchiaio e mezzo di zucchero ( la batata è già dolce! )
una puntina di lievito per dolci
3 cucchiai colmi di farina.
1 uovo




Una volta cotta la Batata, l'ho lasciata raffreddare a temperatura ambiente....Dopodichè l'ho messa, buccia e tutto, nel mio robot, l'ho messo in fuinzione ed ho aggiunto via via tutti gli altri ingredienti, a formare un impasto cremoso, consistente, liscio e vellutato....

Ho messo poi sul fuoco una padella dal fondo spesso, l'ho leggermente inburrata: una volta che la piastra è stata molto calda, aiutandomi con un cucchiaio e con le mani leggermente umide, ho formato delle palline grandi come...un piccolo mandarino?..le ho leggermente appiattite e le ho passate sulla piastra: cuoceranno in breve tempo, brunendosi e diventando croccanti all'esterno, e restando assai cremose all'interno. A quel punto le cospargerete di zucchero a velo vanigliato.

Ad accompagnare questo dolcetti, un succo all'albicocca, ma...come piace a me!

Ho fatto sì che fosse a temperatura ambiente, e poi ho aggiunto una bella cucchiaiata di yogurth denso e freddissimo, in cui ho stemperato due gocce di essenza di vaniglia ed una punta di zenzero in polvere!





lunedì 1 marzo 2010

Colazione scura...Torta in tazza al microonde, caffè d'orzo con crema di latte e polvere d'arancia..




Come vedete, continua il mio personalissimo " United Colors of breakfast!! ". Che dite...forse dovrei proseguire, e magari farne un'etichetta?

Questa tortina sono sicura l'abbiate vista e rivista, gironzolando tra i vari blog! Ma io ve la ripropongo lo stesso con piacere, anche perchè l'ho trovata straordinariamente buona e veloce, e...detto da me che del cioccolato non vado pazza!!
Anche se ,devo ammetterlo , mi state traviando in questo senso, con tutte le vostre ricettine, amici miei.... :-)

La ricetta originale, sottoposta poi a revisioni e ad aggiunte, sembra sia stata pubblicata tempo fa sul mensile Focus : e credo che sia proprio questa qui!


4 cucchiai di farina 00
8 cucchiai di cacao zuccherato ( che sia di ottima qualità! )
1 uovo
3 cucchiai d'acqua ( ma io vi consiglierei anche un po' di più, affinchè la torta, passata la morbidezza iniziale, non diventi troppo asciutta...)
3 cucchiai di olio EVO
1/2 cucchiaino di lievito ( io ho utilizzato quello apposito per dolci al microonde, questo qui, con cui devo dire mi sono trovata benissimo! )

Non dovrete far altro che amalgamare bene tutti gli ingredienti, anche nella tazza stessa! Dovrà essere una tazza abbastanza capace, ed adatta alla cottura in microonde.

La cottura avverrà alla massima potenza per tre minuti circa: potrete gustarla nella tazza stessa, ancora calda ( è squisita: morbida, profumata...e poi sapete bene quale magia si compia all'incontro tra il cacao e l'olio extravergine! )...oppure rovesciarla, una volta intiepidita, su un piattino, spolverandola magari con una lieve nevicata di zucchero a velo vanigliato.

Ad accompagnare questa scura delizia, ho scelto un caffè d'orzo molto concentrato, fatto con la napoletana, bollente e ben zuccherato: sopra, un manto di freddissima panna fresca, montata ma non troppo, ed una spolverata di polvere d'arancia...quella della fatina e di FiOrdivanilla...ricordate?