giovedì 25 settembre 2008

Pasta frolla senza burro nè uova : plum-pastafrolla!





Questi biscottini mi hanno lasciato un po' perplessa: belli a vedersi, buonissimo il sapore, la consistenza invece lascia un po' a desiderare, almeno in questo primo tentativo. Ma credo che con qualche accorgimento si possano avere ottimi risultati con questa pasta, specialmente se utilizzata per crostate. L'idea nasce dal mio amore per le prugne secche: infilare la mano nel barattolo, prenderne una, morbida, lucida,profumata e dolcissima, ed addentarla senza sensi di colpa (ha pochissime calorie..) è un piccolo, ma autentico gesto di voluttà. Prendendo spunto da alcuni libriccini di ricette americane, ho scoperto che al di là dell'oceano si utilizza, in alcuni frangenti, una densa purea di prugne secche al posto del burro, delle uova e di parte dello zucchero nella pasta delle crostate. Partiamo quindi da questa ricetta, dato che la purea deve riposare al freddo in frigorifero per molte ore.

Purea di prugna

1 tazza e mezzo di prugne secche
circa sei cucchiai di acqua molto fredda

Si tratta semplicemente di frullare le prugne ad altissima velocità per due o tre minuti, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua fino a raggiungere una consistenza pastosa e cremosa, simile a quella del burro ammorbidito a temperatura ambiente, per intenderci. Il tutto, come ho detto, va riposto in un contenitore in frigo.

La ricetta della frolla super-light, poi, è tutta qui:

22o g di farina (io ho usato un misto di 00 e di farro per valorizzare la "rusticità" di questa preparazione)
35/40 g di zucchero (va bene anche di canna)
4 cucchiaioni MOLTO abbondanti di pasta di prugne
un pizzichino di sale
mezza bustina di lievito per dolci
due o tre cucchiai di latte freddo di frigorifero

Si setaccia la farina con il lievito, si unisce il sale,lo zucchero, la pasta di prugne e via via un poco di acqua, impastando tutto velocemente fino a raggiungere la consistenza di una vera frolla .
Questa pasta, però, va utilizzata subito, e non deve riposare in frigo: io ne ho fatto dei biscottini, dopo averla stesa all'altezza di mezzo centimetro e infornata in forno ventilato a 180° per 10/12 minuti. Ma credo che farcirla per crostate dia risultati più soddisfacenti : immagino, ad esempio , che possa essere utilizzata con successo per piccoli strudel, dato che il sapore della prugna con quello della cannella, della mela, dei pinoli...si sposa molto bene. Magari fra qualche giorno farò un tentativo...

domenica 21 settembre 2008

Dolcetti di matcha e latte stile Gyuunyuukan




Di fronte agli ultimi due cucchiaini di matcha, assale un dubbio...che farne? Avendo a disposizione anche una piccola quantità di agar-agar, ho pensato di farne una specie di Gyuunyuukan, uno dei dolcetti giapponesi più semplici e veloci, che però, dato l'ingrediente matcha, è risultato impreziosito anche dal punto di vista estetico. Non avevo mai utilizzato, inoltre, gli stampini in silicone a forma di crisantemo che mi erano stati regalati qualche mese fa. Devo dire che in questo caso si sono rivelati utilissimi, anche perchè l'effetto finale è veramente bello ( le mie foto, al solito, non rendono abbastanza...uff, pazienza! )
Il Gyuunyuukan è semplicemente l'unione di un buon latte con zucchero e un addensante che di solito è l'agar-agar, uno degli ingredienti-sussidio che preferisco, sia per dolci che per salati.
La versione originale prevederebbe anche l'aggiunta di fagioli azuki lessati con zucchero fino a diventare morbidi, o addirittura con l'Anko...questi ingredienti andrebbero messi sul fondo dello stampo in cui si ha intenzione di far solidificare il Gyuunyuukan ( da ora lo indicherò semplicemente con G., per non incorrere in una paresi del dito indice!...). Si possono sperimentare anche variazioni a seconda dei gusti personali (con fettine di frutta sciroppata, marmellate, miele, cioccolato...), ingredienti che hanno la funzone di rendere più colorito e bello il nostro G. , ma anche di insaporirlo, dato che di per sè ha un gusto alquanto neutro e poco dolce: e proprio questo è il suo punto di forza!

Metto la dose per sei dolcetti:

400 cc di latte
200 cc di acqua
5 g di agar-agar
due cucchiaini colmi di matcha
50 g di zucchero ( ma se ne può mettere un po' di più , o magari aggiungere del dolcificante liquido, ma senza esagerare...)

Il segreto sta nel tener ben caldi sia il latte sia l'acqua contemporaneamente, perchè, nell'atto in cui li si uniscono, l'addensante non faccia scherzetti...
Si scioglie bene in qualche cucchiaino dell'acqua la polvere di agar-agar, si aggiunge il resto dell'acqua e si porta ad ebollizione, facendolo bollire dolcemente per cinque minuti.
Nel frattempo si stiepidisce qualche cucchiaio di latte, in cui stemperare bene il matcha.
Il resto del latte lo si mette sul fuoco con lo zucchero girando bene sino a che lo zucchero non si è sciolto e portandolo quasi ad ebollizione, ma senza farlo bollire.
Una volta ben caldo si unisce la cremina di matcha.
Unire a poco a poco l'acqua con l'agar al latte, mescolare bene e versare negli stampini ( io ho usato quelli di silicone...).
Ho accompagnato questo dolcetto, dopo averlo fatto solidificare a temperatura ambiente per qualche ora, con qualche scaglia di mandorla e con un cucchiaio di Amasake caldo. L' ho acquistato in un negozio di prodotti bio: si tratta di una crema ottenuta facendo agire un fermento, il Koji, sul riso integrale, e che si può gustare sia calda che fredda: con la sua dolcezza e il suo gusto un po' maltato, ben si sposa, a mio avviso, ad accompagnare questi "fiori di latte", freschi ed erbacei al palato, come il matcha!

venerdì 19 settembre 2008

Sformato filante




E' un piatto semplice ed antico, di quelli che si ritrovano in molte culture, specialmente in quelle nordeuropee: è il tipico piatto fatto "con gli avanzi" che fa tanto casa, e che risulta ogni volta diverso, e sempre buono.
La bella stagione sta languendo.
Fuori piove, il ticchettio delle gocce sulle foglie degli alberi davanti alle mie finestre sembra non dare tregua...Sul tronco rugoso ed umido del nespolo , sotto le sue foglie coriacee vedo cercare riparo qualche lumaca spaventata. La sera comincia a fare freddo, e la voglia di cose fresche e colorate che mi assaliva nei lunghi pomeriggi d'agosto lascia spazio al desiderio di piatti più ricchi e confortanti. Questo sformato, caldo, filante, profumatissimo, ci concilia con la brutta stagione che sta incalzando: certo, non è un piatto da tutti i giorni, perchè calorico e alquanto ricco di colesterolo: ma anche chi ha problemi potrà gustarne una porzione, sostituendo le uova normali con quelle di quaglia nelle dovute proporzioni ( hanno il colesterolo, sì, ma quello buono!!), o la panna normale con panna di soya, come faccio io, o con panna vegetale, tutte, è chiaro,di ottima qualità . In quanto ai formaggi, siete liberi di scegliere quelli che volete, se no...che ricetta degli avanzi è? Quindi anzichè fontina, parmigiano, emmenthal etc...potrete inserire formaggi un po' più leggeri, come mozzarella, ricotta, feta...Ecco perchè, come vi dicevo, il gusto di questo sformato ha sempre un tocco diverso: io personalmente amo molto metterci un pizzico di Roquefort.
Provate ad abbinarvi una birra scura, magari la classica Gui...ess: il suo gusto fresco ed amaro pulirà piacevolmente il palato.


Sformato di formaggi filante


8 fette di pancarrè raffermo
poca margarina (meglio del burro in questo piatto, se di buona qualità )
4 uova normali ( o più se di quaglia)
150 g di avanzi di formaggi : procurate che alcuni siano secchi, per facilitare l'operazione di sminuzzatura nel robot, altrimenti vi ritrovate con una crema!
una confezione di panna, meglio se di soya o vegetale
una tazza di brodo di pollo
sale, pepe di macina ( se lo si gradisce, anche un soffio di noce moscata )

Grattugiate finemente nel mixer i formaggi: intanto spalmare pochissima margarina su un lato solo delle fette di pancarrè, dopo averle private della crosta.
Preparate una piccola teglia foderata di carta forno, dove quattro delle fette di pane possano essere poggiate comodamente. Cospargetele con 2/3 dei formaggi e copritele con le altre quattro fette, tipo sandwich. Fate su ogni "panino" un taglio obliquo, tale da ottenere una sorta di tramezzini.
Intando preparate il brodo di pollo, a cui aggiungerete, una volta a temperatura ambiente, le uova, il sale, la noce moscata, se vi piace , e la panna. Amalgamate il composto, sbattendolo velocemente. Quindi versatelo con dolcezza sul pane, in modo che riempia gli interstizi e piano piano possa essere assorbito dal pane stesso. Lascerete così il tutto ad inzupparsi per 30/40 minuti.
Accendete il forno a 150°. Cospargete il pane col resto del formaggio e col pepe macinato al momento, e infornatelo a forno ben caldo per 30 minuti: eventualmente a fine cottura prolungatela con cinque minuti sotto il grill per avere una crosticina più croccante.

Con questa ricetta vorrei partecipare alla raccolta sul pane raffermo del blog Mangia e Bevi....troverete qui il regolamento!


mercoledì 17 settembre 2008

Kefir...un mare candido!




E' per caso che mi sono imbattuta nel kefir, o ,meglio, l' ho reincontrato. Quando ero piccola molte delle nostre mamme si passavano i piccoli fermenti grassottelli di mano in mano, anzi, di tazza in tazza....lo chiamavamo yogurt fatto in casa, ma il kefir è molto, molto di più.
Erano anni che non lo vedevo in circolazione: poi un giorno la vicina di casa di mia suocera, dovendo partire per un viaggio, gliene lascia un vasetto perchè "lo curi"...che meraviglia! Era da tantissimo tempo che non sentivo quel profumo aspro e rotondo allo stesso tempo, e quel sapore unico, così appetitoso!
Approfittando del fatto che si moltiplicano con grande velocità, in breve tempo ho avuto anch'io la mia brava "batteria" di fermenti: ma, soprattutto, girellando sulla rete, ho trovato alcuni siti italiani ed altri stranieri molto interessanti, che decantano e spiegano le virtù di questo alimento, diverso e più ricco rispetto allo yogurt, e i mille usi che se ne possono fare: dalla maschera di bellezza, all'attivatore per la pasta del pane, al complemento di piatti dolci e salati...
Io trovo semplice squisita questa preparazione:

si prende mezzo litro di kefir tenuto in frigo 24/48 ore, e vi si aggiunge un cucchiaio raso di sale fino di ottima qualità.
Poi si mette in un colapasta, a foderarlo, un tovagliolo di mussola dedicato a questo scopo ( non deve avere detersivi, o ammorbidenti vari! ), lo si poggia su una pentola e vi si versa pian piano il kefir.
Si annodano le cocche del tovagliolo e si mette a sgocciolare il fagottino in un luogo fresco, magari attaccato ad un mestolo sospeso di traverso su di una pentola, riaprendolo via via con delicatezza e girandolo in modo che perda acqua in maniera uniforme.
Si formerà un formaggio cremoso e spalmabile, che porrete subito in frigorifero e che arricchirete con gli ingredienti che più vi piacciono: pezzettini di oliva o di salmone affumicato, spezie varie...a me piace con un tocco di aglio,un filo di olio extravergine e un trito di erba cipollina fresca, accompagnato da crostini di pane casereccio. Dà un grande senso di sazietà, è buono e fa pure bene...meglio di cosi!

lunedì 15 settembre 2008

Swedish balls...




...ovvero....le polpettine dell'Ikea! Lo so che molti leggeranno queste mie parole e arricceranno il naso...ma andare all'Ikea è una delle cose che mi diverte di più, e che più stimola la mia fantasia, anche culinaria.Secondo me, sono stata una dei primi temerari in Italia ad assaggiare queste meravigliose polpettine, buone e soprattutto "riproducibili", il che non guasta. Nel piatto mettono allegria: rotonde e lucide loro, con quella crosticina che fa tanto "mangiami mangiami" : rotonde le patatine lesse, mai così appetibili... Rotondi i mirtilli rossi, che accompagnano perfettamente col loro sapore dolce-asprino-amarognolo la carne così preparata, e che danno un meraviglioso effetto colore, contrastando, brillanti e vivaci, con la sontuosa crema alla panna, dalla texture vellutata...una vera gioia per gli occhi e per il palato!
Perfette per una cenetta a due, magari d'inverno che fa tanto" fuga romantica per una sera a Stoccolma", ma anche come piatto "alternativo" da affiancare, durante le feste, a quelli più tipici e tradizionali, sono anche molto scenografiche, specie se presentate in larghi piatti monocolore.
Potrei mettervi la ricetta per la composta di mirtilli rossi, ed anche quella per la salsa alla panna; del resto è facile immaginarle: nel primo caso si tratta di una confettura cotta velocemente e a bassissimo contenuto di zucchero: nel secondo, basta aggiungere al fondo di cottura delle polpettine, dopo averle opportunamente tolte dalla teglia, della crema di latte ( che cos'è, se non la panna da montare non zuccherata?...), grattando bene il fondo e mescolando qualche minuto a fuoco basso.
Ma....per semplificarvi la vita vi consiglio di comperare all'Ikea la confettura di mortelle (mirtilli rossi) e anche il preparato per la salsa alla panna (procuratevi anche della crema di latte da aggiungervi, meglio se senza colesterolo! ). Costano pochi euro, e sono utilizzabili in molti modi ( ve ne suggerirò qualcuno, con l'andare del tempo! )
Questo non è proprio un atteggiamento purista...embè? Vi farà risparmiare del tempo: e quindi vi permetterà di sedervi a tavola più riposati e sorridenti, che non è poco!

250 g di macinato di suino
250 g di macinato di manzo di buona qualità
1 cipolla rossa o bianca piccola
la mollica di un panino ,o 4 fette di pan carrè private della crosta
olio di semi di girasole
pepe,sale
spezie miste ( origano, prezzemolo, ma anche noce moscata, cannella... ) un bel pizzico
1 uovo
3 cucchiai di crema di latte (vedi sopra)
eventualmente: poco pan grattato
Poi, naturalmente, le due salse ( le acquisterete una in barattolo, l'altra in busta a cui aggiungere acqua e panna: o le farete da voi, nel modo che ho suggerito prima...), e le patatine lesse.

Tritate finissima la cipolla e soffriggetela dolcemente per diversi minuti in 2 o 3 cucchiai di olio di semi.
Intanto sbriciolate la mollica e bagnatela con la panna,aggiungendo se non bastasse un cucchiaino di latte
Mescolate i due tipi di macinato, aggiungete l'uovo, il sale, il pepe, il misto di spezie, il pane e la cipollina una volta freddata.
Mescolare con forza il tutto: il composto deve risultare morbido e compatto: se troppo acquoso aggiungere una spolverata di pan grattato, se troppo duro uno o due cucchiai di latte.
Far riposare l'impasto per un quarto d'ora.
Preparate il forno ben caldo a 200°.
Inumidendovi spesso le mani con acqua e aiutandovi con un cucchiaio, preparate col composto delle polpettine grandi come una noce , disponendole abbastanza vicine in una teglia con carta forno.
Irroratele poi con un filo di olio di semi.
Infornate e cuocete per 20/25 minuti, fino a che non saranno ben dorate.
Disporre sul piatto di portata con patate novelle lesse , la salsa ai mirtilli e, calda, la salsa alla panna.

martedì 9 settembre 2008

Sedanini carote e vodka.



Questo piatto mi salva un sacco di volte: quando sono stanca dopo una giornata pesante, quando fra poco comincia il mio programma preferito alla TV, quando il frigo è un po' vuoto ormai la spesa la faccio domani, quando arriva gente a cena, come faccio? etc...Credo che molte volte salverà anche voi. Innanzitutto è un piatto di quelli che piacciono a me: semplice, ma nutriente; veloce, ma a suo modo raffinato: il dolce delle carote è appena accarezzato dal "soffio asciutto" della vodka, e la consistenza morbida e leggermente granulosa del sugo si sposa perfettamente alla rugosità dei sedanini. E poi, il colore...è una meraviglia! Sarà che l'arancio mi piace in particolar modo, declinato in tutte le sfumature, anche nella variante "carota"; e pensare che il colore che è abbinato a questo ortaggio, e che a noi appare così scontato e naturale, è frutto di un artifizio, operato dagli agricoltori olandesi in onore della casata regnante Orange; perchè le carote, in natura...sono bianche, o tutt'al più violacee! Vorrei fare qualche esperimento con queste "carote nature"! Credo che sia ancora possibile trovarne...

Tutto ciò che vi occorre è una mezz'ora del vostro tempo, e in più:

sedanini
4 grosse carote (ah, le dosi sono per 4 persone!)
1 cipolla rossa di media grandezza
mezzo bicchiere di passata, o di polpa, di pomodoro
olio, sale, pepe
1/2 dado
una grossa noce di burro
5 cucchiai di vodka

Mettete a bollire l'acqua per la pasta.
Intanto frullate non troppo finemente nel mixer le carote, dopo averle lavate e pelate, e cospargetele con un bel pizzico di sale, ponendole poi in un piatto per alcuni minuti, a perdere l'acqua di vegetazione.
Nel frattempo tritate finemente la cipolla e soffriggetela dolcemente in un po' di olio EVO.
Strizzate bene le carote dalla loro acqua e dal sale in eccesso, mettetele insieme alle cipolle ad insaporire per qualche secondo: aggiungete poi il mezzo dado sbriciolato , la polpa di pomodoro e il burro.
Cuocete a fuoco moderato per 6/8 minuti.
Infine aggiungere la vodka, alzando il fuoco per qualche secondo per farla evaporare.
Aggiungete i sedanini e spolverate con una generosa macinata di pepe...et les jeux sont fait!







lunedì 8 settembre 2008

Torta all'Earl Grey ( torta Wilma)



Quando lo statista Charles Grey cedette alla famiglia Twinings la ricetta del suo amatissimo tè nero al bergamotto, rivelatagli da un mandarino a cui aveva salvato la vita, non credeva di certo che questa profumata miscela avrebbe conquistato i palati di cosi tanti estimatori di tè...e fra questi ci sono io. Amo l'Earl Grey liscio, senza aggiunte, al massimo con una nuvoletta di latte. Lo amo anche perchè mi ricorda una persona, che ancora continuo a sentire nonostante siano passati degli anni: è la mamma di un ragazzino (oltretutto bravissimo) a cui facevo ripetizione di Latino ,nonostante, francamente, ne avesse bisogno poco o nulla.... Era sempre un piacere andare in quella casa piccola ed accogliente, e studiare Cicerone con un alunno che FINALMENTE ascoltava, con davanti una fumante tazza di tè: mi sentivo come una maestra uscita dal libro Cuore! A lei , a Wilma, dedico questa torta: e la ringrazio di avermi tante volte accolto, quando fuori pioveva o c'era il gelo, col profumo del suo tè al bergamotto!
Preparate:

3 cucchiai colmi di uva passa
7/8 prugne secche snocciolate e fatte a pezzettini
50 g di zucchero
50 g di burro
350 g di farina
1 bustina di lievito di birra " Mastro fornaio"
un bel pizzico di bicarbonato
100 ml di tè Earl Grey ( o di altro tè nero ) MOLTO FORTE
2 cucchiai di latte tiepido
Per nappare : 4 cucchiai di miele sciolto a bagnomaria.

Preparare l'infuso di Earl Grey, e porlo in un'ampia terrina. Intanto mettere in bagno per pochissimi minuti in acqua tiepida le uvette e le prugne.
Ponete nel tè,non troppo caldo, la frutta ben sgocciolata, lo zucchero e il burro a tocchettini, che si ammorbidirà al tepore dell'infuso.
Intanto mescolare la farina col lievito di birra e il bicarbonato.
Unire il composto a poco a poco agli altri ingredienti, aggiungendo a filo anche il latte, e mescolare con forza ( l'impasto sarà molto compatto: aiutatevi con la frusta con su i ganci da pane! )
Imburrare e infarinare una tortiera di cm 25 , stendervi la pasta con le mani inumidite ed infornare per 1h e 1/2 a 160/170°.
Quando la torta sarà tiepida, sciogliere a bagnomaria o nel microonde il miele e versarvelo sopra, stendendolo con l'aiuto di una spatolina o di un pennello .

La torta che ne risulta ha un sapore molto semplice e genuino, e non è troppo dolce: a me piace così: ma chi volesse un gusto più "zuccherato" potrà aggiungere nell'impasto qualche goccia di dolcificante tipo Tic, adatto alla cottura in forno, per non alterare le dosi della ricetta originale .
Se affiancherete a questa torta scones , muffins, toast, e qualche sandwich al cetriolo,accompagnati dall'immancabile tazza di tè, magari con densa e squisita Clotted Cream ( e da qualche bella porcellana...anche l'abito fa il monaco! ) potrete veramente dire di aver offerto ai vostri ospiti un "Five 'O Clock tea" , o ,meglio ,un " Cream tea" degno di questo nome!

martedì 2 settembre 2008

Tofu home made.


Mi piace pasticciare: mi è sempre piaciuto. Ma ultimamente non ho limiti: ho messo a posto la mia " stanzetta", un ex garage adibito ormai a lavanderia-stanzino-stanzadelfreezer-dispensa ,e lì mi do ai miei esperimenti, a volte fallimentari, ma a volte frutto, per me, di grande soddisfazione. Essendo in un periodo in cui non posso mangiare formaggi ( mi sono stati, ahimè, vietati dal dottore per via di alcuni medicinali che devo prendere per una ventina di giorni...uffi!!! ), mi è venuta voglia di tofu: ma non di quel polisterolo rinsecchito che a volte trovi rintanato nei supermercati, ma di quel tofu morbido, aromatico, spugnoso che avevo assaggiato una volta a Prato, dove lo avevo comprato in un negozietto della comunità cinese, e che mi aveva aperto un altro mondo.
Farsi il tofu in casa, ho scoperto, è facile, poco, anzi, pochissimo costoso e la sola noia è che c'è da sporcare qualche pentola, noia ampiamente ripagata dal gusto del prodotto finito..Occorrono

500 g di fagioli di soya GIALLA bio
4 litri di acqua
7 o 8 g di nigari ( che non è altro che cloruro di magnesio, un prodotto della lavorazione del sale: lo si trova nei negozi di alimentazione bio)

Mettete a bagno i fagioli per 8/10 ore, quindi scolateli
Intanto mettete a bollire i 4 litri di acqua. Quando sarà bollente, usatene qualche mestolo per frullare, magari in più riprese, la soya fino a renderla un purè.
Una volta frullata la soya, rimetterla nell'acqua e far sobbollire per 10 minuti. ATTENZIONE: la pentola dovrà essere molto ampia, e dovrete dare sempre un'occhiatina, perchè la soya risulterà assai spumosa, e tenderà a traboccare!
Spegnete il fuoco e munitevi di un paio di spessi guanti di gomma ( io uso dei guanti di lana con sopra dei guanti da cucina ): infatti, dopo aver posto un colino con dentro un canovaccio su un'altra pentola , dovrete via via versarvi con un mestolo il composto,riunire le cocche della stoffa e strizzare bene fino a fare uscire tutto quanto il latte, che poi rimettere sul fuoco.
Fate sobbollire il latte ottenuto per altri 10 minuti dalla ripresa del bollore, spegnete e fate riposare per 5 minuti.
L' OKARA, cioè lo scarto derivato dal latte, potrà essere utilizzato come ottimo concime o come mangime per animali da cortile, ma anche per alcune gustose ricette, quindi... pensateci prima di buttarlo!
A questo punto prendete il nigari ( tenetelo ben chiuso in un barattolo di vetro, perchè teme l'umidità) e scioglietelo in una tazzina di acqua calda, che verserete IN TRE VOLTE nel latte, mescolando dolcemente.
E...miracolo, vedrete affiorare i grani del tofu, che raccoglierete con un mestolo forato per metterli in un canovaccio messo a rivestire un colino, o uno stampo di bambù. Pressate bene, prima con le mani, poi con un peso: io, ad esempio. metto su un piattino con sopra due buste di latte per una mezz'ora buona.
E' molto più facile a farsi che a dirsi: vi consiglio di provare, perchè dalla seconda volta, quando si sono capiti bene i passi e si è "varata" ben bene tutta l'attrezzatura, è veramente semplice farsi in casa questo prodotto salutare e buonissimo!