venerdì 27 febbraio 2009

Only the top....

I setosi, argentei germogli di un Assam Doomni bianco....


La nivea peluria del profumato tè bianco Withe Snow Buds, il mio prediletto...


Il germoglio del tè.... Meravigliosamente tenero, viene raccolto con mille accorgimenti: a volte persino al chiaro di luna, o da raccoglitrici munite di guanti delicati, o dalle lunghissime unghie, tali da recidere con un colpo secco il germoglio senza che le dita possano sfiorarlo...

Va a comporre i più raffinati tè bianchi e verdi: ma lo ritroviamo sotto forma di foglie fragranti e dorate ( i cosiddetti tips ) anche nei tè neri più pregiati....

Se vengono asportati il germoglio e l'ultima fogliolina, ci troviamo di fronte alla cosiddetta "raccolta imperiale", ormai rarissima....se il germoglio e le due foglioline sottostanti, la raccolta sarà detta "fine"....

Questo verde tesoro di solito si riforma entro una quindicina di giorni...ma nei tè cosiddetti di altitudine, in piante, cioè, coltivate ad altezze prossime o superiori ai 2000 m, sono soltanto tre, quattro al massimo i raccolti che è possibile compiere...questo fa sì che il germoglio sia ancora più ricco di sostanze e di sapore, più raro e prelibato....

Augurando a tutti voi un buon fine settimana ,vi lascio a questo video tenerissimo: eche mi ha fatto un po' sentire in colpa!!!


mercoledì 25 febbraio 2009

Pasta ricotta e topinambur....


Che succede quando una sapida ricottina di bufala si incontra con un croccante topinambur?
Me lo sono chiesto quando ho cominciato a cucinare questa pasta: la risposta è arrivata poco dopo, il tempo esatto della cottura del sugo e delle mezze penne....una candida rivoluzione!

Sì, rivoluzione perchè i topinambur mi avevano sempre insospettito: me ne ero tenuta alla larga, perchè una volta, avendoli assaggiati, ne avevo ricavato un'impressione tutt'altro che gradevole, oltre che un bel mal di pancia...Ma nella vita è sempre bene dare a tutti una seconda chance....persino se si tratta di un tubero!

Il topinambur ( Helianthus Tuberosus ) è davvero un bulbo interessante: innanzitutto, è il bulbo di un girasole: e come tale non può non essere bello, buono, pieno di virtù!



Aiuta a tenere sotto controllo colesterolo e glicemia, è ricco di microelementi quali zinco e selenio, ma può essere digerito solamente nell'ultima parte dell'intestino: le lunghe fibre della molecola che lo caratterizza, l'inulina, possono venir scisse , infatti, soltamente qui: ed è per questo che ,in dosi eccessive, può dare qualche problemino.....

Ha comunque, sull'intestino ,un'ottima azione rinnovatrice e depurativa: è pure bello, di quella rugosa, sugosa e croccante bellezza che è propria dello zenzero, ma che si ammanta di sfumature porporine...Ma soprattutto...è buono...buonissimo...della bontà propria dei carciofi, delle patate, quella bontà spartana che li rende insostituibile pasto, frugale ma degno di un re!




Possiamo consumare il topinambur anche in risotti raffinati, fritto a bastoncini, nella bagnacauda, ( i Piemontesi lo chiamano "ciapinabò"! ), con la fonduta: come contorno appetitoso, cotto con semplice aglio e prezzemolo, o...nella pasta, come ho fatto io.....

Ho preso quattro topinambur di media grandezza, li ho ben sbucciati e puliti: quindi li ho tritati finemente.
In un tegame ho messo due grossi spicchi di aglio, che poi ho tolto, a soffriggere dolcemente in tre cucchiai di olio estravergine: una volta aggiunti i tuberi, li ho fatti stufare con poco dado vegetale e sale, sino a completa cottura.
Intanto ho messo a cuocere la pasta, scegliendo le mezze penne.
Ho stemperato nei topinambur 100 g di ricottina di bufala : ma va bene qualsiasi ricotta soda e saporita, aggiungendo anche qualche cucchiaio di latte, un soffio di prezzemolo, pepe di macina....
Ho infine fatto saltare allegramente nel sugo vegetale la pasta, mantecandola con abbondante parmigiano...il risultato ? Uno spettacolo: che bontà!


martedì 24 febbraio 2009

Tè "virtuoso" con biscotti all'uovo sodo....


In che senso "virtuoso", vi chiederete voi? Nel senso di ..."deteinato"! Vogliamo parlarne?

Che cosa può spingerci a scegliere, tra le infinite varietà di tè, quelle a più basso contenuto di teina, se non, addirittura, quelle deteinate? Mille motivi: il desiderio di bere l'adorato infuso in grande quantità, una spiccata sensibilità alla teina, l'età avanzata o quella infantile, problemi di cuore ( e non mi riferisco a quelli amorosi ), come quelli di stomaco e di ernia iatale ( ehm...eccomi! ) che spesso e volentieri si fanno sentire...In tutti questi casi bisogna , però, saper scegliere, per poter prendere dal tè tutto il buono senza rinunciare a gusto e a qualità.

Innanzitutto facciamo delle precisazioni, così sappiamo di cosa stiamo parlando: teina e caffeina sono la stessa molecola! Che ritroviamo, oltretutto , in bevande come la cola, in merendine ed in cibi in cui non ne sospetteremmo mai la presenza. Ma, legandosi ad antiociani, a tannini e ad altre sostanze, la teina riesce, nel tè appunto, a raggiungere il nostro sistema nervoso in maniera più blanda e graduale, regalandoci una concentrazione che non ha nulla a che vedere con la "botta di energia" della tazzina di caffè: che comunque è , anch'essa, molto ben accetta, al momento opportuno!

E' bene precisare, poi, che il mondo dei conoscitori del tè è diviso in due gruppi: quelli che credono che basti gettar via la prima infusione, limitandola a mezzo minuto circa, e bere la seconda per avere un tè più delicato nel gusto e nel contenuto in teina: e quelli che dicono che ciò è non solo falso, ma addirittura che può essere vero l'opposto.
Gianluigi Storto, chimico che ha affrontato ,in questo interessante volume,varie problematiche legate al mondo del tè, ci spiega che quella della maggior leggerezza della seconda infusione non è una verità scontata: che ciò può accadere soltanto nel caso di alcuni tè, in quanto la teina si solubilizza, sì, nei primi trenta secondi, ma a determinate temperature che non per tutti i tè vanno bene (troppo alte!): il rischio è quindi che la seconda infusione veda addirittura un ritardato rilascio della teina stessa, che non ce l'ha fatta a solubilizzarsi nel primo passaggio in acqua: del resto anche i Cinesi chiamano la prima infusione "acqua per i piedi", confermando la maggior tipicità , e anche la maggior ricchezza della seconda.
Oltretutto Storto ci fa notare che insieme alla teina se ne andrebbero anche le altre tantissime virtuose sostanze che rendono l'infuso del tè così salutare.
Non voglio , comunque, addentrarmi troppo nella faccenda: per un approfondimento vi rimando alla bella intervista che Acilia ha fatto al signor Storto nel suo splendido blog Insieme a Tè, e a questo articolo, apparso su Teatime, e sempre di Storto, che può essere davvero illuminante...

Quindi, nel dubbio, la soluzione è scegliere qualità di tè che siano naturalmente povere di teina, o tè deteinati: nel primo caso siamo fortunati, perchè sono moltissime le varietà che presentano un tenore in teina molto basso: nel secondo caso è difficile, specialmente in Italia, trovare tè in foglia, deteinati a dovere ( con metodi rispettosi del tè stesso e della nostra salute! ), che ci soddisfino anche dal punto di vista gustativo e puramente voluttuario....

Tra i tè naturalmente poveri di teina troviamo i tè bianchi : particolarmente delicati e saporiti, a mio parerere, il fiorito Pai Mu tan, o il dolcissimo Withe Snow Buds....

Opteremo altrimenti per alcuni tè verdi, ma non per tutti: anche in questo caso fioriscono i luoghi comuni, come quello che il tè verde abbia poca teina rispetto al nero....Si pensi a quanto ne sono ricchi il Matcha, o il Gunpowder, Il Gyokuro o il Long Jing, impareggiabile tè da meditazione e da veglia ...
Vero è piuttosto che nel tè verde, non essendoci la fermentazione tipica del tè nero ,e che uccide le molte proprietà nutritive della foglia, la teina, come si è detto, si lega ad altri elementi, rendendo l'infuso più nutriente , bilanciato, benefico.


Tra i tè verdi con poca caffeina troviamo il Bancha, tè comune da pasto, che ,nelle qualità migliori, può veramente dare delle soddisfazioni. Il Bancha deve la sua povertà in teina al raccolto, che avviene tardivamente, ed al tipo di foglie che vengono scelte, le più basse, grosse e coriacee, meno ricche in teina ...
Assieme al bancha, anzi, quasi sottotipi di esso, troviamo il tè di rametti, il Kukicha, aromatico, profumato, meditativo, o l'Hoijicha , un bancha tostato a cui la tostatura toglie teina , aggiungendo in compenso sfumature di sapore davvero interessanti!
Amabilissimo, dal sapore complesso ed aromatico per me è il Genmaitcha, tè a cui vengono aggiunti riso tostato e pop-corn, ad ottenere un infuso aromatico e sapido, perfetto anche per accompagnare preparazioni salate.
Anche qui l'importante è porre attenzione nella scelta: ad esempio il Genmaitcha e L'Hoijicha che vedete in foto, di marca Keiko, hanno come base un tè Kabusecha, ovvero un tè "di penombra", cresciuto cioè all'ombra di grandi teli per ottenere foglie particolarmente tenere ,aromatiche:, nutrienti in sali e vitamine: il gusto è quindi tutto garantito! (Vi rimando in merito al post di Acilia ).....Il Genmaitcha della foto, inoltre, è miscelato ad un soffio impalpabile di Matcha, che dà colore e rotondità al tutto senza incidere troppo sul tenore in teina...

Vi consiglio, se siete interessati, di consultare , in merito a queste qualità, anche il sito di Teaway... si impara e si vede molto, oltre a poter ordinare velocemente e senza grossa spesa...


Ma se volessimo un normale tè delle cinque, nero...latte e limone? O il gusto di un buon Darjeeling? Per gli amici toscani. non disperate: a Lucca, da La Signora del Tè, è possibile trovare un ottimo Darjeeling, così come un Ceylon BOP, entrambi molto validi! Anche La Via del Tè fiorentina ha uno speciale Ceylon in foglie , così come Peter's Tea House, che annovera un prezioso English Breakfast soft, così come la versione "alleggerita" della miscela Earl Grey ,con aggiunta di gelsomini ....

E poi, comunque....resta la rete! Sia che siano deteinati con il metodo del diossido di carbonio, sia con quello dell'acetato di etile ,è possibile trovare molti tè validissimi a foglia intera. Ho appena ricevuto il pacco ordinato alla compagnia americana Holy Mountain : un Sencha (verde) ed un Ceylon (nero ) deteinati....Ho aspettato più di venti giorni, ma posso dire che il gusto intatto, privo di ogni sfumatura "chimica", e le foglie meravigliosamente lavorate, mi hanno ampiamente ripagato dell'attesa!....
E poi, possiamo improvvisare...io ad esempio ho provato ad aggiungere una minima dose di Assam con teina, il possente Mangalam, ad un darjeeling deteinato, ottenendo un insieme davvero squisito, e con caffeina assai ridotta!
Possiamo inoltre miscelare al tè fiori e bacche...

Ho volutamente tralasciato di parlare dei deteinati in bustina, dato che è molto semplice reperirli...Diverso è, invece, il doscorso che tocca il tè in foglia...

Ecco a voi una delle mie tazze preferite, a marchio "La Via del Tè".....

...abitata da una delicata presenza....osservatela in controluce!...


Beh...tutto questo per dirvi che il mio tè pomeridiano è stato low caffeine, ma non meno gustoso: questo anche grazie agli ottimi biscottini all'uovo sodo con cui ho accompagnato la mia tazza fumante e che mi hanno subito messo di buon umore....eccovi subito la ricetta!

Da "Dolci, Manuale Pratico", Demetra


Frollini all'uovo sodo:

100 g di farina
50 g di fecola di patate
50 g di zucchero
100 g di burro
3 uova

per completare, a piacere: zucchero a velo...(io come vedete, non l'ho messo...)

Rassodate le uova, fatele raffreddare e prendete solo i tuorli.
Tagliate il burro a tocchetti e fatelo ammorbidire a temperatura ambiente. Quando sarà morbido, lavoratelo in una ciotola con un cucchiaio di legno, vigorosamente, aggiungendo lo zucchero ed i tuoirli sbriciolati, sino a formare una crema omogenea.
Unite a questo punto la farina mischiata alla fecola.
Otterrete un impasto morbido, ma ben compatto: stendetelo ad uno spessore di un centimentro e ritagliate le forme che più vi piacciono.
Distribuite su di una placca coperta di carta forma i biscotti, ben distanziati, ed infornate a calore moderato (160°/170°) per venti minuti circa.
Una volta fatti ben raffreddare su una gratella spolverateli, se voltete, con zucchero a velo!



lunedì 23 febbraio 2009

Tajarin patate, uovo, olio di tartufo....


Amo fare la spesa nei vari supermercati: mi piace fare confronti, ed ho alcuni prodotti a cui mi sono affezionata e di cui, in occasione della visita a questo o a quel negozio, mi piace fare scorta....
La spesa diventa così un momento per rilassarsi, per imparare, e per sguinzagliare le più peccaminose fantasie culinarie!

Quando mi capita di andare al Carrefour, altre a rifornirmi di sali come quello Rosa dell'Himalaya, o quello grigio di Bretagna, o quello danese affumicato...a prezzi abbastanza modici, mi piace fare incetta delle specialità della linea Terre d'Italia, che vuol proporre prodotti tipici della nostra terra preparati, realizzati e confezionati nelle zone vocate e caratteristiche....e a prezzi modici, a paragone della qualità: il che non guasta! Fanno parte di questa linea dai colori rassicuranti : marmellate, dolci e dolcetti, prodotti da forno, conserve, pasta, surgelati....e chi più ne ha più ne metta!


Ecco com'è che mi sono ritrovata faccia a faccia con questa confezione di biondissimi tajarin...la voglia di cucinare era poca , a dir la verità...in compenso era molta quella di un piattino speciale e stuzzicante, di quelli memorabili!!!

Ho deciso quindi di condire i miei tajarin con un sugo vegetale, a base di patate....un sugo semplice, ma impreziosito dalla presenza dell'olio extravergine al tartufo nero, dal parmigiano, dall'uovo sodo....

Tajarin patate, uovo sodo, olio al tartufo nero....


Ingredienti per due persone:

Due uova freschissime
2 patate medie a pasta gialla
brodo ( io ho usato il brodo di pollo che avevo già pronto, e il risultato è stato squisito: ma può trattarsi benissimo di un brodo vegetale, o anche del brodo di un ottimo dado...)
parmigiano
olio al tartufo nero ( bianco avrebbe reso troppo "leziosa", a mio parere, la preparazione...)
olio EVO
una noce di burro ( io ho usato quello a basso contenuto di colesterolo...)

Lessate le uova , ponendo attenzione a che il tuorlo non si ossidi ( 7 minuti dall'inizio del bollere sono , per me, perfetti...) : sgusciatele e tritatele finissime con una mezzaluna.



Tagliate a tocchettini le patate, e mettetele a rosolare in un tegame capiente con due o tre
cucchiai di olio evo, finchè non mettano su una bella crosticina dorata...poi aggiungete via via brodo a cucchiaiate, mescolandole con delicatezza fino a che non saranno cotte, ma ancora intatte e sode....


Intanto mettete a bollire l'acqua per la pasta....
Una volta cotti i tajarin ( pochi, pochissimi minuti! ), gettateli ben umidi nel tegame con le patate, spolverate con poco parmigiano, e mescolate bene.
Impiattate mettendo su ogni piatto l'uovo tritato e uno o due cucchiaini di olio al tartufo ( a piacere anche poco pepe di macina ), mettendo in tavola abbondante formaggio....



venerdì 20 febbraio 2009

Torta carote ed arance amare...


Credo che questa ricetta me l'abbia data il Bianconiglio....no, mi sbaglio....E' stato sicuramente il Leprotto Bisestile, una delle ultime volte che abbiamo preso insieme il tè....:-)

Il sapore è sicuramente ed inequivocabilmente di carota, ma si arricchisce di sfumature aromatiche: quella mandorlata degli amaretti ,che fanno da rustica corona... quella della cannella, miglior attrice non protagonista dell'impasto croccante...quella dolce ma anche iraconda delle arance amare...e infine quella dei pinoli che spuntano , impertinente erbetta, sulla lucida superficie di marmellata....
Ma , trattandosi pur sempre di Bisestile, può darsi che le dosi che mi ha suggerito debbano essere corrette per chi non ama in particolar modo il sapore delle carote....
Quindi, diminuendo le dosi dell'arancione, impalpabile farina, potrete aggiungere alla vostra crostata soltanto un tocco di magia...se invece, come me, amate svisceratamente questo ortaggio , via libera alla versione qui proposta... non ve ne pentirete!

La farina di carote a cui farò riferimento è questa, e fa parte delle farine magiche a marchio Lo Conte, azienda che molti di voi conosceranno perchè legata alla famosa trasmissione "La Prova del Cuoco"...
Personalmente non mi affido spesso a questo marchio, ma il fatto di trovare sullo scaffale di un ipermercato questa curiosa farina, mi ha davvero spinto a comperarla....
Ho visto che la si può utilizzare per sostituire parte della farina "normale" nei dolci, ma anche per realizzare una pasta fatta in casa un po' diversa....
Per quanto riguarda le quantità, ripeto, si può partire per gradi, sino a raggiungere quello che più ci aggrada!

Queste sono le dosi per una piccola crostata ( erano solo in due, Bisestile ed il Cappellaio Matto! Comunque ne è saltata fuori una bella fetta anche per me: come anche per la bella bambina dai capelli biondi che ho conosciuto in quell'occasione , ma di cui ora mi sfugge il nome....! )

Per la pasta...
150 g di farina 00
50 g di farina magica alle carote Lo Conte ( o quella che troverete! )
un cucchiaio di farina autolievitante ( o un cucchiaio di farina in più, addizionata con una punta di lievito per dolci...)
un cucchiaino di cannella in polvere
100 g di burro freddo a tocchettini
100 g di zucchero
1 uovo

Per la copertura...
marmellata di arance amare ( io ne usata una biologica...)
pinoli
qualche amaretto

Impastate velocemente gli ingredienti per la pasta, e mettetela in frigo, avvolta in pellicola per alimenti, per una ventina di minuti...

Nel frattempo passate al mixer o battete con un batticarne ( dopo che li avrete messi, in questo caso, tra due fogli di carta da cucina o di carta forno ) gli amaretti: otterrete una rustico trito, con cui infarinerete, una volta imburrata, la tortiera stessa...

Stendete la frolla, bucherellatela con i rebbi di una forchetta e, con un cucchiaio, meglio se bagnato, spalmate e livellate uno strato di marmellata di arance abbondante, ma non troppo ( a me è servito più o meno un quarto di vasetto, con le dosi che vi ho dato ) :cospargete poi con abbondanti pinoli.

Cuocete a 180° per mezz'ora/quaranta minuti: soltanto voi conoscete i più reconditi segreti del vostro forno!

Ah....se i pinoli vi piacciono molto tostati, passate la torta al grill per un minuto, o tostateli leggermente prima di porli sulla marmellata.

Mi sembra di ricordare che il Cappellaio Matto, insieme alla fetta di crostata, mi servì un tè allo zenzero....ottimo, in verità!

Dunque...

Buon Non-Compleanno a tutti!!! E godetevi questo capolavoro senza età....







giovedì 19 febbraio 2009

Bubble macedonia...



Questa è una ricetta un po' anzianotta ( risale a dicembre...): era caduta nel dimenticatoio, per uno sbaglio che avevo fatto nel caricare le foto nel computer...Peccato, perchè ci è davvero piaciuta moltissimo...
Beh, meglio tardi...che mai! Vorrà dire che se vi piacerà, e non troverete gli ingredienti ( ma credo che non avrete difficoltà! ), la terrete presente per il futuro!

Credo che la mia predilezione per le forme rotonde sia ormai palese....panciute teiere...


rotonde candele color zaffiro....


rondini in volo congelate in sferici fermacarte....


gatti rotondi e rotondi cuscini, fanno la felicità della mia casa...Avrei voluto anche un grande tavolo rotondo, color crema...ma lì è intervenuto mio marito, e ci siamo accordati su un robusto tavolo rettangolare, dalle possenti zampe ornate...da sfere di legno!

Anche per quanto concerne il cibo sono incuriosita ed attirata da biglie di tapioca e di avena, tartufi veri e in cioccolato , nespole e ciliegie, rotonde fette biscottate , polpettine stile Ikea , verdi pisellini primavera...fino alle care, intramontabili Zigulì!
Per cui ho trovato particolarmente gradevole questa macedonia messa su quasi per caso, per mettere alla prova lo scavino del set Brandani "conquistato" con i punti del supermercato dove di solito faccio la spesa...E' composta di uva bianca ( in pieno inverno in Cile hanno appena finito di vendemmiare, e l'uva Italia, in Sicilia, viene raccolta sino a fine dicembre! ) e di melone d'inverno ( o invernino, come lo chiamiamo qui da noi...), un frutto che adoro.

Meno calorico del suo meraviglioso fratello estivo, dalla polpa arancione e dalla scorza finemente ricamata, ha invece una polpa chiarissima color avorio, e presenta una buccia color giallo paglierino, liscia e cerosa...
Ha poche calorie, è disintossicante ed antianemico, ed è anche leggermente lassativo: anche i diabetici possono gustarlo senza eccessive paure!
Di solito viene raccolto in autunno, ma può conservarsi tranquillamente per tutto l'inverno...

Macedonia di uva bianca e melone d'inverno....

Uva da tavola bianca ( perfetta la qualità Italia...)
melone d'inverno, scavato con l'apposito attrezzino
zucchero o dolcificante a piacere
amaretti ( a piacere )
crema di latte non zuccherata, o sostituti della stessa a base vegetale ( tipo la panna di soya )
sambuca
pepe di sichuan , o pepe bianco

Sbriciolate , se lo gradite, qualche amaretto e ponetelo sul fondo di una coppetta...
Intanto mettete uva e biglie di melone in una ciotola, quindi aggiungete uno spruzzo di sambuca, zucchero a piacere, ed una timida grattata di pepe di sichuan, o anche di semplice pepe bianco...
L'insieme dovrà risultare abbastanza dolce, perchè la panna che aggiungeremo non lo sarà , proprio a creare un gradevole contrasto...
Mescolate bene...
Mettele ora la frutta nelle coppette, e ricoprite con qualche cucchiaiata di panna da montare non zuccherata....
Sono rimasta conquistata dalla dolcezza croccante della frutta, resa delicatamente "piccante" dal liquore e dal pepe, spenti a loro volta dalla fresca, vellutata crema di latte!



mercoledì 18 febbraio 2009

Tagliatelle con i wurstel....


Questo è un piatto davvero velocissimo, ed anche economico e, soprattutto, molto saporito. Con quel che di godereccio che non guasta, ma anche con una punta di raffinatezza...
Certo, i wurstel dovranno essere di ottima qualità ( quelli di maiale sono più saporiti, ma potrete usare ,con buoni risultati, anche quelli al pollo, più leggeri e digeribili....), e se avete la fortuna di avere per le mani delle tagliatelle fatte a mano, beh....il valore aggiunto si sente....eccome! Ma anche con delle tagliatelle industriali, magari sottili, è un primo che dà delle soddisfazioni....
Se vorrete poi una variante chic, per stupire con un aroma prezioso e col tocco di un colore inusuale la vostra famiglia e i vostri ospiti, potrete utilizzare delle tagliatelle al cacao: le troverete nei negozi specializzati, o le potrete fare da soli unendo per ogni etto di farina e per ogni uovo, un cucchiaio di cacao amaro di quello...specialissimo!
Credevo di avere avuto io questa idea....sigh!: invece ho visto che anche sul sito di Eurochocolate, così come in altri, l'abbinamento cacao/wurstel, anche se in ricette un po' diverse dalla mia, ha fatto il suo ingresso....e a ragione!

In cosa consiste questa pasta?
Mentre l'acqua bolle, dovrete mettere alcuni cucchiai di olio extravergine in una padella capiente: aggiungete quindi uno spicchio d'aglio, che poi toglierete, e mezza cipolla rossa tritata, che farete prima soffriggere, e poi stufare con l'aiuto di pochi cucchiai d'acqua, a fuoco dolce....


Esaurita l'acqua, e cotta la cipolla, dovrete mettere nella padella tre , meglio quattro wurstel di quelli piccoli come un dito ( quelli che di solito si trovano in confezione da quattro, per capirsi...), tagliati a fettine sottili, e li farete soffriggere, in modo che diventino dorati....


A quel punto aggiungerete la pasta....


....e due o tre foglie di salvia fresca tagliuzzate finissime con le forbici....


Fate saltare velocemente, aggiungete pepe di macina, e parmigiano a volontà....


Se invece opterete per la variante al cacao, aggiungerete una spruzzata di brandy sui wustel, nel momento in cui li soffriggete, e due o tre cucchiai di crema di latte o di panna da cucina , subito dopo....una volta buttata nella padella col sughetto la pasta, metterete una sola foglia di salvia, per non coprire tropppo i delicati profumi del cacao, della panna, del liquore.
Tutto qui!
Il tempo di esecuzione è quello della bollitura dell'acqua e della cottura della pasta: starete coi vostri ospiti, o col vostro amore, il più possibile... e sarà di sicuro un primo piatto ( se non un piatto unico)... graditissimo!
Accompagnatelo con delle fresce bollicine, che puliranno piacevolmente il palato...