mercoledì 1 ottobre 2008

Lucca la splendida e il suo Buccellato.









Adoro Lucca: è una città magica, e lo diventa ancor di più quando il mercato dell'antiquariato, il terzo fine settimana del mese, si snoda tra le sue vie e le sue piazze. Tutto in Lucca evoca forza e potenza: le sue robuste mura di cinta, gli alberi secolari di cui è ricca, le sue torri, ognuna con le sue leggende: ma c'è in lei una gentilezza, un'atmosfera romantica, una luce morbida degna della toscana del Gran Tour, vista con gli occhi di Goethe e di Shelley: ciò la rende unica, spettacolare, magnificente. E poi, Lucca è la città natale di Puccini: ovunque sembra che si posi l'anima del maestro, e sembra che, leggera come un manto impalpabile, protegga la sua terra, rendendola bella in ogni stagione, in ogni momento dell'anno, in ogni ora del giorno.
Impazzita di fronte alle bancarelle degli antiquari, mi sono lasciata sedurre da una tazzina degli anni cinquanta, ispirata al decoro inglese Indian Tree, in cui ho subito sognato di degustare il mio amato Mokalbarie mattutino (secondo me, un Assam meraviglioso, per la colazione, con un piccolo brivido di latte freddo...). Ah già, l'ho anche fotografata...è quella che si vede sullo sfondo della terza foto di questo post.
Ma il mio appuntamento con Lucca è anche l'appuntamento con uno dei dolci che mi piacciono di più: il Buccellato. Questo appellativo, che viene dato a tantissime preparazioni, per lo più molto semplici e casalinghe, disseminate in tutta Italia, diventa in Toscana, e in specialmodo a Lucca, un tripudio di uvette e di anice, in una pasta consistente e morbida allo stesso tempo. Maestri di questo piccolo miracolo sono i Taddeucci, in Piazza san Michele: mi spiace fare un torto agli altri produttori, ma secondo me il loro buccellato...non ha rivali. Un altra specialità lucchese è la Torta coi Becchi, dolce meraviglioso che annovera fra gli ingredienti persino prezzemolo e bietola: credo che presto mi metterò all'opera in questa direzione!
Tornata a casa ho voluto cimentarmi nell'impresa, prendendo la ricetta niente meno che da...Wikipedia! Il risultato devo dire che si è rivelato davvero squisito, anche se non identico ( eh, si sa! ) al mitico Taddeucci.

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